Michele Rua Il secondo di Don Bosco
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 28, 2019
Il 31 gennaio 1888 morì a Torino, nella sua casa di Valdocco, il santo dei giovani, Don Bosco, che passò il testimone a Michele Rua, il suo secondo e migliore salesiano uscito dalla casa per i ragazzi poveri torinesi.
Michele Rua nacque a Torino il 9 giugno 1837, nel quartiere di Borgo Dora, dove il padre lavorava nell’arsenale, e viveva in un alloggio della fabbrica, ma dopo pochi anni della famiglia rimase la madre con i figli.
Il piccolo Michele studiò prima presso le classi della Caserma del Borgo, poi presso la terza elementare dai Fratelli delle Scuole Cristiane, che erano arrivati lì grazie al Marchese Tancredi di Barolo per istruire i bambini del popolo.
Un giorno, mentre distribuivano medaglie, Michelino, che ne era rimasto senza, conobbe un prete che, tenendolo per mano gli disse “Noi due faremo tutto a metà” e quel prete era Don Bosco, che capi il grande potenziale di quel ragazzo.
Qualche tempo dopo il ragazzo fece il suo ingresso a Valdocco, già abitato da oltre cinquecento ragazzi, per poi ricevere il 3 ottobre dal santo l’abito clericale ai Becchi di Castelnuovo.
Il 26 gennaio 1854 Don Bosco incontrò quattro giovani, dando inizio alla congregazione salesiana, tra loro c’erano Giovanni Cagliero e Michele Rua, che fu incaricato di stenderne il verbale.
Poco tempo dopo, il 25 marzo, nella stanza di Don Bosco, Michele fece la sua professione e divenne il primo salesiano.
Da allora Michele fu il principale collaboratore del santo, nonostante la giovane età, aiutandolo anche nel trascrivere le bozze dei suoi libri e andando presso l’Oratorio San Luigi, dalle parti di Porta Nuova, in una zona dove vivevano i ragazzi che scendevano in città in cerca di lavoro come spazzacamini.
Il 28 luglio 1860 Michele Rua fu finalmente ordinato sacerdote e tre anni dopo fu mandato ad aprire la prima casa salesiana fuori Torino, un seminario a Mirabello Monferrato, dove rimase per due anni e tornò in città mentre a Valdocco si costruiva la basilica di Maria Ausiliatrice, per essere il riferimento di molteplici attività, rispondendo anche alle lettere indirizzate a Don Bosco.
Ormai Valdocco aveva raggiunto una fama mondiale e Don Bosco era spesso in viaggio per la Francia e la Spagna, con Don Rua sempre accanto.
Nel 1884 la salute del santo era pessima e il papa stesso gli chiese di pensare a un successore, cosi Don Rua il 7 novembre fu nominato vicario con diritto di successione.
Dopo la morte di Don Bosco, Don Rua divenne un simbolo dei salesiani nel mondo, sempre visitando le case della congregazione sparse per il mondo, coordinandole come una sola grande famiglia, inoltre introdusse nelle scuole corsi professionali, oltre a organizzare ostelli e circoli sociali.
Non mancarono però i problemi, ad esempio nel 1896 il governo anticlericale dell’Ecuador allontanò dal paese i salesiani, lo stesso successe in Francia nel 1902 e nel 1907 in Liguria, a Varazze, ci fu una causa contro alcune pesanti accuse alla congregazione, che terminò con l’assoluzione dei salesiani.
Ma Don Rua ebbe anche la soddisfazione di vedere nel 1907 Don Bosco dichiarato venerabile e nel 1908 la fine dei lunghi lavori per la chiesa romana di Maria Liberatrice.
Il successore di Don Bosco morì nella notte tra il 5 e il 6 aprile 1910, mormorando la preghiera “Cara Madre, Vergine Maria, fate ch’io salvi l’anima mia” e venne sepolto a fianco del maestro.
Paolo VI lo beatificò il 29 ottobre 1972 e oggi la sua tomba è nella cripta della basilica di Maria Ausiliatrice.
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