Festival Richard Strauss a Torino
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 29, 2018
Dopo il Festival Alfredo Casella, che nel 2016 ha vinto il Premio Abbiati dell’Associazione Nazionale dei Critici Musicali per l’originalità del progetto, e del Festival Antonio Vivaldi un anno fa, il 2018 a Torino sarà l’anno di Richard Strauss, con un festival monografico, interdisciplinare e collegiale, nato dalla collaborazione di trenta istituzioni culturali.
L’evento si terrà dal 2 al 25 febbraio e il suo cuore sarà la rappresentazione in forma semiscenica di Salome, al Teatro Regio dal 15 febbraio, ma dal 2, all’auditorium Vivaldi, si potrà visitare la mostra Richard Strauss e l’Italia, curata da Giangiorgio Satragni, dove saranno esposti, per la prima volta fuori dalla Germania, manoscritti e documenti.
Richard Strauss nacque a Monaco l’11 giugno 1864, suo padre era il primo corno all’orchestra di Corte di Monaco e sua madre apparteneva a una ricchissima famiglia.
Strauss venne iniziato allo studio della musica da bambino e a sei anni cominciò a comporre, grazie al maestro di cappella Friedrich Wilhelm Meyer, prima brani solo per pianoforte e canto, poi passò a concerti, una grande sonata, un quartetto d’archi, due sinfonie e una serenata per fiati.
Nel 1882 Strauss si iscrisse all’Università di Monaco, ma dopo poco tempo se ne andò per intraprendere un viaggio che lo portò a Dresda e Berlino, dove divenne amico del direttore della Meininger Hofkapelle, Hans von Bülow che, nel 1885, lo assunse come maestro di cappella del Meininger Hof.
La prima produzione di Strauss era composta di poemi sinfonici, come Don Juan e Morte e Trasfigurazione (1889) nello stile di Brahms e Schumann, ma poi Strauss trovò il suo stile inconfondibile con Tod und Verklärung (1888-90), che lo rese celebre.
Della seconda serie di poemi sinfonici il più noto è Also sprach Zarathustra (1896) le cui battute iniziali vennero usate nel film 2001: Odissea nello spazio e rappresentano una delle musiche più sfruttate in campo pubblicitario e cinematografico, ad esempio nel 1972 il musicista jazz Eumir Deodato ne incise una versione jazz-fusion, che ebbe un grande successo in tutto il mondo.
Strauss compose anche la musica per i balletti Josephslegende (1914) e Schlagobers (1924) e opere come Il cavaliere della rosa (1911), Arianna a Nasso (1912-1916), ma il vero trionfo internazionale avvenne con le due opere Salomé (1905) ed Elektra (1909).
Fino al 1930 Strauss scrisse ancora numerose opere, ma fu La donna senz’ombra (1919) a segnare la fine della fase drammatico – sperimentale nella sua produzione.
Negli anni successivi il compositore propose opere dalla struttura più leggera e in stile classico, come Capriccio e Daphne, dove resta l’amore per il teatro musicale e quasi tutte le sue opere furono dei successi.
Nel 1948 Strauss completò il suo ultimo capolavoro Vier letzte Lieder, rappresentato nel 1950, una corale per voci maschili alte e orchestra, per poi morire a Garmisch-Partenkirchen l’8 settembre 1949.
Nell’arco di tre settimane a Torino si potranno ascoltare oltre 50 composizioni tra musica sinfonica, da camera e vocale, nel contesto della grande produzione di Strauss, debitrice al mondo musicale tedesco, ma anche capace al contempo di aprirsi alle esperienze europee del Novecento.
Inoltre ci saranno quattro concerti sinfonici, quattro serate Liederistiche, otto concerti da camera, tre proiezioni video di opere, tre film su Salome e Wilde, un convegno, due concerti di musica corale e il festival terminerà il 25 febbraio al Teatro Vittoria con Luna Rossa, letture scelte intorno al mondo di Salomè con Peppe Servillo.
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