Filippo de Pisis a Torino
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 24, 2018
Dal 24 gennaio al 22 aprile il Museo Ettore Fico di Torino propone una grande mostra sull’opera di Filippo de Pisis, a cura di Elisa Camesasca, Paolo Campiglio e Maddalena Tibertelli de Pisis.
Nella mostra vengono esplorate le fonti pittoriche dell’artista, a partire dal culto per i grandi maestri del Cinquecento a Ferrara, città natale di De Pisis, alias Luigi Filippo Tibertelli.
L’esposizione propone circa 150 opere tra dipinti e disegni, per un viaggio negli interessi e la cultura dell’artista ferrarese.
Luigi Filippo Tiburtelli, in arte Filippo De Pisis, nacque a Ferrara l’11 maggio 1896 e, attorno al 1904, cominciò a interessarsi al mondo dell’arte grazie al professor Odoardo Domenichini, che lo introdusse anche alla botanica, alla storia dell’arte e alla letteratura.
Chiamato a Venezia per la visita militare, De Pisis durante il soggiorno studiò Tiziano, Tintoretto e Tiepolo, mentre copiava, nei musei e in raccolte private, quadri antichi.
Dopo aver scritto una poesia futurista, Il bandone, a Bologna, dove si era trasferito per frequentare l’Università, il giovane artista conobbe l’ambiente culturale della città, con il critico Giuseppe Raimondi, e fece amicizia con Giovanni Cavicchioli, Umberto Saba, Giuseppe Ravegnani, Marino Moretti e Alfredo Panzini, oltre a una fitta rete di rapporti epistolari con Giorgio De Chirico, suo fratello Alberto Savinio, Tristan Tzara, Ardengo Soffici.
Nel 1920, dopo aver conseguito la laurea in lettere, De Pisis si trasferì a Roma dove frequentò l’ambiente di Valori Plastici e strinse rapporti di amicizia con il pittore Armando Spadini.
Ma fu a Parigi, dove si trasferì nel 1925, che, con lo studio dei grandi ottocentisti francesi e dei contemporanei, De Pisis raggiunse la piena padronanza dei suoi mezzi, avviando il suo viaggio nella pittura del Novecento, oltre a raggiungere anche una certa fama come poeta.
Tra il 1924 e il 1927 realizzò le nature morte marine, dove l’ispirazione di Manet è visibile nell’uso delle lacche rosse, affondate nella dolcezza delle terre gialle o bruciate, degli accordi sui complementari giallo-oro e blu di Prussia e l’infinita scala dei verdi accordata coi rossi, tutti tratteggiati, con pennellate lievi, vibranti, luminose, fragili in apparenza, ma forti come il fil di ferro.
Le sue opere, dopo essere state esposte in tutta Europa e nelle più importanti gallerie e rassegne d’arte, in Italia ebbero un meritato successo alla Biennale di Venezia del 1948 e a quella del 1954.
Filippo De Pisis morì a Milano nel 1956, dopo che gli ultimi dieci anni della sua vita furono segnati da precarie condizioni di salute a causa di problemi nervosi.
La mostra è visitabile da mercoledì a venerdì dalle 14 alle 19 e sabato e domenica dalle 11 alle 19.
Il biglietto d’ingresso intero costa 10 euro, ridotto 8 euro per over 65, insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati, 5 euro per i bambini dai 13 ai 26 anni ed è gratuito fino ai 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card.
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