Museo Accorsi-Ometto La giornata di una signora
Da Redazione TorinoFree.it
Ottobre 14, 2017
Dal 19 ottobre al 7 gennaio 2018 la Fondazione Accorsi-Ometto con la mostra La giornata di una signora, nelle sale dell’omonimo museo, proporrà una serie di abiti provenienti dalla Collezione Roberto Devalle e risalenti al periodo 1895-1925.
L’esposizione, curata da Silvia Mira, storica della moda, sarà un viaggio in un mondo che, tramite gli abiti, racconta realtà sociali e politiche specifiche, parla di differenze e di uguaglianze, di appartenenze e di esclusioni.
Così il percorso museale sarà il contesto di alcuni capi significativi, alcuni firmati da note Maison torinesi, come Sacerdote o De Gasperi e Rosa, altri da sartorie sconosciute, che fanno parte di una realtà oggi dimenticata, ma non del tutto.
L’avventura della sartoria Devalle iniziò nel 1925, quando a Torino Giovanni Devalle, attore, sarto e costumista, acquistò i costumi e le attrezzature delle case di produzione torinesi che, dopo i successi di Cabiria e della saga di Maciste, stavano progressivamente chiudendo, e li affittò alle compagnie di prosa e di lirica che si esibivano nei teatri torinesi.
Fu con il figlio Roberto che la sartoria non fu più solo un negozio di abiti a noleggio, ma anche un luogo dove si potevano acquistare costumi per lo spettacolo.
Il giovane Devalle, dopo aver frequentato i corsi di figurino e storia del costume e aver lavorato presso note sartorie torinesi, nel 1948 fu nominato capo della sartoria del Teatro Regio di Torino.
Nel 1951 venne assunto alla Sartoria teatrale della Scala a Milano, dove restò fino al 1956, quando fece ritorno a Torino per gestire la sartoria paterna, che nel 1968 si trasferì nella sede attuale di Via degli Artisti.
Ancora oggi Roberto Devalle, affiancato dal figlio Andrea, è alla ricerca di abiti e costumi d’epoca, restaurandoli e studiandoli, rendendo la sua collezione qualcosa di unico per mostre, esposizioni, spettacoli teatrali, sceneggiati televisivi e film.
La mostra comincerà con due abiti femminili, uno da giorno, del 1897, e uno da pomeriggio del 1900-1903, che doveva essere sempre accollato, completato da cappello e guanti. Ai tempi una signora che riceveva usava una toilette sobria, ma elegante.
Nella sala della musica il visitatore vedrà un abito da sera tempestato di paillettes nere del 1907, infatti, nelle serate di gala le signore non portavano mai il cappello, ma usavano il ventaglio e lunghi guanti in pelle, bianca o avorio.
In sala Luigi XVI e in sala Piffetti saranno esposti ancora degli abiti da sera e da passeggio, mentre in camera da letto Accorsi sono previsti una veste da camera (robe du matin), usata per l’intimità della propria camera e un abito del tè (tea gown) che permetteva una maggior fantasia sia nella foggia che nelle decorazioni.
Nella camera da letto Bandera ci saranno due abiti, d’inizio Novecento, mentre nel salottino Luigi XV e nella camera da letto veneziana è prevista una serie di mantelli e abiti da giorno del periodo 1910- 1918, simbolo dell’influsso della moda parigina a Torino.
Presso la prima sala Cignaroli il frac dimostrerà il fatto che l’eleganza maschile del primo Novecento non subiva i capricci della moda, infatti solo alla fine degli anni Venti i gentiluomini cominciarono a preferirgli il meno compassato smoking.
Nella seconda sala Cignaroli concluderanno il percorso due elegantissimi abiti da sera, del 1924-25, che rappresenteranno una fra le più importanti rivoluzioni legate all’emancipazione della donna, cioè l’orlo delle gonne cominciava ad accorciarsi.
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