Torino: il tesoro della Sala Gonin a Porta Nuova
Da Redazione TorinoFree.it
Febbraio 01, 2017
Forse non tutti sanno che a Torino, nella stazione ferroviaria di Porta Nuova, si trova una stanza progettata come sala d’attesa di prima classe per ospitare la famiglia reale quando attendeva di salire in treno per i viaggi in Italia e all’estero.
Tutto iniziò nel 1864, quando per la stazione della prima capitale del Regno d’Italia vennero progettati degli spazi nuovi per la biglietteria, ospitata nel Salone degli Stemmi, e la sala d’attesa di prima classe, già Sala Reale, oggi conosciuta come Sala Gonin, dal nome del pittore di corte che l’affrescò.
All’interno di questa sala c’è un ciclo di pitture che riguardano gli elementi della Natura, Terra, Acqua, Aria e Fuoco, attraverso i personaggi mitologici che li rappresentano.
Ai quattro angoli ci sono i quattro continenti, Europa, Asia, Africa e Americhe, raffigurati da carte geografiche rette da angeli volteggianti nell’aria.
Ogni particolare della sala, compreso il soffitto, ha come filo conduttore la tecnica del trompe l’oeil, che dà al visitatore l’idea di un angolo di cielo che fa capolino tra trionfi di balaustre, capitelli e colonne, tipici della realtà barocca del tempo.
La sala, di 75 metri quadri, venne progettata dell’ingegner Alessandro Mazzucchetti, mentre le decorazioni e gli affreschi sono di alcuni dei pittori e artisti preferiti di casa Savoia tra cui Francesco Gonin che lavorò ale pareti di questa incantevole sala d’aspetto.
La saletta si trova a sinistra dietro l’atrio centrale, con una presenza riservata e discreta, tra un minimarket e un negozio di calze ed è in buono stato, dopo essere stata restaurata recentemente sotto la sorveglianza della Soprintendenza.
Oltre agli affreschi di Gonin, che furono ritoccati nel corso dell’Ottocento, anche dallo stesso autore, e poi furono l’oggetto di un intervento nel 1934 di Luigi Boffa Tarlatta, (mentre i bozzetti originali si trovano alla Gam, acquistati nel 1997 a un’asta parigina dalla Fondazione De Fornaris), e ai mobili, conserva boiseries settecentesche e un lampadario di Murano.
Era davvero affascinante per la famiglia del re aspettare il treno circondati da soffitti e pareti decorati da meravigliosi dipinti e seduti su deliziosi mobili d’arte barocca fatti a mano.
Purtroppo la sala Gonin non è aperta quotidianamente al pubblico ed è possibile visitarla solo in occasioni straordinarie, come le giornate FAI di primavera.
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