Gam di Torino ProtoBalla
Da Redazione TorinoFree.it
Novembre 16, 2016
Da venerdì 4 novembre a lunedì 27 febbraio al Gam di Torino è allestita la mostra ProtoBalla – La Torino del giovane Balla, a cura di Virginia Bertone e Filippo Bosco.
Scopo della mostra è raccontare il legame del pittore con Torino, dove Giacomo Balla visse fino al 1895, dal poverissimo Borgo del Rubatto, in cui nacque nel 1871, fino alle amicizie e alla complessa formazione dell’artista.
Balla ebbe un lungo dialogo con la pittura piemontese che finì nel 1907, quando realizzò lo straordinario Ritratto di Clelia Ghedini Marani, oggi conservato alla GAM, nello stesso anno in cui si tolse la vita Giuseppe Pellizza da Volpedo, le cui ricerche sul fronte divisionista e simbolista furono un punto di riferimento cruciale per il pittore torinese.
Realizzata con il contributo della Fondazione Ferrero, la mostra è vista come un approfondimento di uno dei capitoli ancora poco indagati della vita di Giacomo Balla e ha un legame ideale con la mostra FuturBalla alla Fondazione Ferrero di Alba.
Curata dal Conservatore capo della GAM Virginia Bertone e da Filippo Bosco, allievo della Normale di Pisa, la mostra è anche un ritratto della scena artistica torinese in rapporto alla formazione e alle amicizie di Giacomo Balla, che in seguito si affermò a Roma.
In mostra sono da vedere per la prima volta le rare fotografie di Mario Gabini sulle realtà povera dei sobborghi torinesi, e in particolare del quartiere Rubatto, oltre al grande dipinto di Giacomo Grosso, Ritratto di Olimpia Oytana Barucchi e allo studio di Balla per Ritratto di Clelia Ghedini Marani, con opere di Federico Boccardo, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Pilade Bertieri, Felice Carena e Antonio Maria Mucchi e diverse riproduzioni di documenti di Giacomo Balla conservati all’Accademia Albertina.
Il percorso espositivo inizia dalla frequentazione di Balla dei corsi all’Accademia Albertina (1886-1891), che fu decisiva per un artista consapevole dei suoi mezzi tecnici, grazie anche all’autorevole insegnamento di Giacomo Grosso, che si affermava in quegli anni come figura fondamentale della scena accademica torinese.
La difficile situazione famigliare ed economica costrinse il giovane Balla a esperienze lavorative nel mondo della tecnica, presso il litografo Pietro Cassina e poi presso lo studio di Paolo Pietro Bertieri, dove approfondì la pratica della fotografia cui lo aveva già avviato il padre.
L’amicizia con il figlio di Bertieri, Pilade, portò Balla nell’ambiente dei giovani artisti torinesi, che erano la generazione degli allievi di Grosso, con ricerche pittoriche isolate, come gli interni intimisti di Federico Boccardo, le analitiche vedute urbane di Francesco Garrone, oltre a Giuseppe Pellizza da Volpedo, importante riferimento per il divisionismo che poi Balla adottò a Roma.
Il fondamentale incontro con l’arte internazionale a Parigi nel 1900, la vivace ricerca di una modernità della pittura, la forte istanza sociale nelle opere di questi artisti, l’impatto positivo della torinese Esposizione d’Arte Decorativa Moderna del 1902 furono elementi ben presenti nel Giacomo Balla pre-futurista, per una pagina importante e ben specifica della storia artistica di Torino nel Novecento.
La mostra è aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18.
Il biglietto d’ingresso intero costa 10 euro, ridotto 8 ed è libero per chi ha l’Abbonamento Musei e la Torino Card.
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