San Giovanni Bosco tutto per i giovani
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 30, 2016
Fondatore dei Salesiani, primo grande editore cattolico dell’Italia unita, ideatore dell’Oratorio festivo, San Giovanni Bosco per tutta la vita fu vicinissimo al mondo dei ragazzi, come dimostrano queste tre storie.
Eusebio Calvi
Nel 1872 Don Bosco conobbe Eusebio Calvi, un ragazzo di Palestro, che era molto preoccupato, dal momento che i suoi genitori non potevano più pagare la pensione del loro piccolo appartamento all’economo del condominio.
Un giorno Don Bosco gli chiese “Che cos’hai Eusebio?”
Il ragazzo in lacrime spiegò al santo di Valdocco la sua difficile situazione, che lo avrebbe condotto in poco tempo a interrompere gli studi presso il collegio di don Bosco.
Colpito dalla sua triste storia don Bosco disse a Eusebio “E allora la cosa si aggiusta facilmente. Scrivi a tuo papà che del passato non si prenda più fastidio, e per l’avvenire paghi ciò che può”.
Eusebio non era pienamente convinto da tutto questo “Ma mio padre vorrebbe sapere la cifra precisa, perché vuole impegnarsi a dare tutto ciò che può”.
A queste parole don Bosco disse “Scrivigli che la fissiamo a cinque. E che pagherà se potrà. Vieni nel mio ufficio che ti faccio io il bigliettino per l’economo”.
Colpito dalla gentilezza di Don Bosco, Eusebio Calvi prese la decisione di diventare salesiano, e lavorò tra Calabria e Sicilia fino alla sua morte nel 1923.
Luigi Lasagna
Alla fine dell’estate del 1862 Don Bosco stava viaggiando per il Monferrato con gran parte dei ragazzi dell’Oratorio, quando arrivò a Montemagno.
Durante la presentazione in piazza, il santo di Valdocco vide un ragazzo dodicenne dai capelli rossi, che si fece strada tra la folla e arrivò in prima fila.
Incuriosito Don Bosco prima di partire per Torino decise di incontrare quell’adolescente e seppe che si chiamava Luigi Lasagna, era orfano di padre e lavorava nei campi con la madre, ma il suo sogno era di studiare a Torino.
Alla fine del discorso il sacerdote disse “Allora di’ a tua mamma che domani mi venga a parlare a Vignale, nella casa del parroco”.
Luigi arrivò alla fine del mese all’Oratorio, ma dopo pochi giorni, colto da una profonda nostalgia di casa, scappò per tornare a Montemagno.
Don Bosco lo convinse a tornare a Valdocco e disse ai suoi superiori che diffidavano della sua decisione “C’è della buona stoffa in quel ragazzo, vedrete”.
La previsione di Don Bosco si rivelò esatta, infatti, non solo Luigi Lasagna fu un buon allievo di don Michele Rua nel seminario di Mirabello e poi a Torino, ma divenne un grandissimo missionario in Uruguay e Brasile e fu il secondo vescovo salesiano prima di morire in un incidente ferroviario il 6 novembre 1895.
Filippo Rinaldi
Quando arrivò a Lu, nel Monferrato, nell’autunno del 1861 Don Bosco conobbe la famiglia Rinaldi, che aveva ben nove figli.
Tra di loro c’era Filippo, cinque anni, che rimase affascinato da quel prete con la sua banda di ragazzi che suonavano nella piazza del paese.
Dopo la festa don Bosco chiese a Cristoforo, il padre di Filippo, se poteva accompagnarlo a San Salvatore con il calesse per prendere il treno.
L’uomo acconsentì ma, prima di partire, il sacerdote diede una carezza al piccolo Filippo e lo fissò a lungo negli occhi.
Alcuni anni dopo don Bosco aprì il seminario di Mirabello e i genitori di Filippo decisero di mandarvi il figlio, che aveva 10 anni.
Ma nonostante i suoi sforzi per studiare al meglio sotto la guida di don Paolo Albera, allora chierico salesiano, Filippo pochi mesi dopo lasciò il seminario.
Per anni don Bosco cercò di convincere Filippo a tornare a studiare per diventare salesiano, ma il ragazzo respinse con decisione tutte le sue richieste.
Solo grazie alla forte fede della madre e alla determinazione di don Bosco, nel 1877 a 22 anni Filippo entrò nella casa salesiana di Sampierdarena per le vocazioni adulte.
Il 13 agosto 1880 Filippo Rinaldi pronunciò i voti di povertà, castità, obbedienza e divenne salesiano a 24 anni e venne consacrato sacerdote il 24 dicembre 1882.
Con il passar degli anni molti salesiani capirono che don Bosco aveva visto qualcosa di unico nel futuro di quel ragazzo, infatti, dopo aver guidato la congregazione salesiana in Spagna, don Filippo Rinaldi divenne il quarto Rettor Maggiore della congregazione salesiana, succedendo al suo antico mentore don Paolo Albera.
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