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18 gennaio 1885: le disastrose valanghe in Piemonte fecero 236 vittime

Da Gianluca Rini

Gennaio 18, 2025

18 gennaio 1885: le disastrose valanghe in Piemonte fecero 236 vittime

Il 18 gennaio 1885 rimase scolpito nella memoria delle comunità alpine piemontesi, a causa di una serie di immani slavine che provocarono conseguenze funeste. Circa 450 persone furono coinvolte e 236 persero la vita in un drammatico bilancio. L’eccezionale perturbazione, iniziata tra il 13 e il 14 gennaio, si rafforzò progressivamente fino al culmine registrato il 17 e 18 gennaio, quando si accumularono fino a quattro metri di neve. Quest’ultima avvolse ampi settori delle Alpi Liguri, Marittime, Cozie e Graie, colpendo con particolare durezza le Valli Varaita e Susa.

Un’ondata di neve senza precedenti

La tormenta assunse dimensioni mai osservate in precedenza: in molti villaggi, gli abitanti raccontarono di non aver mai visto un manto bianco tanto spesso. Intere famiglie cercarono riparo nelle cantine nella convinzione che quei locali fossero più sicuri, ma la violenza delle masse nevose superò ogni aspettativa.

Le slavine distrussero case e terreni, togliendo ogni forma di protezione e trasformando borghi un tempo vivaci in scenari di grande desolazione. Secondo i resoconti, la furia della natura toccò il suo apice proprio nella giornata del 18 gennaio, con decine di crolli improvvisi lungo i pendii più ripidi.

Operazioni di salvataggio e testimonianze

I primi soccorsi arrivarono dagli abitanti che erano riusciti a mettersi in salvo. Queste persone, malgrado le difficoltà, scavarono gallerie nella neve alla ricerca dei dispersi, tentando di raggiungere anche le zone più impervie. In seguito, si unirono contingenti di Alpini, Carabinieri e squadre di uomini solidali con l’obiettivo di sottrarre alla tragedia il maggior numero di vite possibile.

Nel frattempo, le autorità locali si impegnarono a calcolare i danni, con l’intento di richiedere fondi governativi per aiutare gli abitanti delle valli rimasti senza sostentamento. Singoli benefattori, insieme ad associazioni, organizzarono raccolte di denaro per sostenere quanti avevano perso ogni bene in seguito alle slavine.

Anche i dati sulla successione degli eventi lasciarono il segno: si contarono 95 slavine solo quel 18 gennaio, e due in particolare provocarono la metà dei decessi. Si trattò delle frane nevose che investirono Frassino intorno a mezzogiorno e Deveys verso le 11:00: in entrambi i casi andarono distrutti 13 edifici, causando la morte di 107 persone.

Memoria storica e cronache giornalistiche

I giornali diffusero notizie dettagliate su quei momenti di angoscia. Alcuni titoli descrivevano la devastazione, sottolineando come le valanghe avessero segnato in modo indelebile il gennaio del 1885. Nei resoconti si parlava di interi paesi stremati, dove la gente sottolineava che non era mai caduto un accumulo nevoso così impressionante.

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Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.

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