Assunzioni in Piemonte nel 2025: a gennaio 35mila contratti
Da Gianluca Rini
Gennaio 16, 2025

La regione Piemonte si appresta ad affrontare l’inizio del 2025 con una richiesta di forza lavoro pari a 34.630 posizioni per il solo mese di gennaio. Nell’arco del trimestre che si estende fino a marzo, la cifra raggiunge 89.040 opportunità.
Eppure, si osserva una flessione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, poiché le assunzioni mostrano un decremento pari al 10,3% su base mensile e al 7,2% su base trimestrale. Su scala nazionale, il rallentamento risulta più contenuto, con variazioni del 2,1% e dello 0,2%. Questi numeri delineano uno scenario in trasformazione, dove le imprese adottano strategie di reclutamento sempre più diversificate.
L’andamento del reclutamento
Secondo gli ultimi dati disponibili, oltre la metà delle posizioni aperte (56,9%) interessa attività di piccole o micro dimensioni, mentre il 20,6% si concentra in realtà medie e il rimanente 22,4% coinvolge imprese di dimensioni rilevanti.
Guardando alle tipologie di contratto, risulta consistente la quota a termine (50%), seguita dalla soluzione a tempo indeterminato (37%). Aumenta la richiesta di laureati, che si attesta al 19% del totale. I diplomati rappresentano il 28%, a testimonianza di un’evoluzione che vede crescere l’esigenza di professionalità specializzate.
Il settore dei servizi resta dominante, con 59.190 inserimenti previsti lungo i primi tre mesi dell’anno. In questa categoria spiccano commercio (14,5%), turismo (13,8%) e servizi rivolti alle persone (12,9%). Sul versante industriale si contano 29.850 ingressi, in cui le realtà meccaniche ed elettroniche assumono un ruolo di primo piano (7,3% del totale). Tale struttura produttiva, in costante mutamento, evidenzia la rilevanza dei comparti tecnologici e l’orientamento verso profili tecnici.
Figure ricercate e carenza di candidati
Il 49,6% delle aziende segnala difficoltà nel reperire personale. Tra le motivazioni più comuni emerge la scarsità di individui con le competenze adatte (34,4%). Tra le professioni più complesse da coprire figurano medici, con un tasso di mancanza che supera l’89%, e operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione, oltre il 70%.
Risultano ricercati anche tecnici in ambito sanitario (68,1%) e conduttori di macchinari industriali (69,4%). Nelle discipline scientifiche si riscontrano carenze rilevanti tra chi vanta studi in medicina e farmacia. Per quanto riguarda i diplomati, emerge un fabbisogno particolarmente accentuato in edilizia, meccanica e manutenzione di veicoli, con picchi fino al 78,5%.
L’evoluzione delle richieste
Nonostante la flessione numerica delle assunzioni, si intravede una crescente attenzione verso capacità specialistiche. Circa il 31% delle occasioni di lavoro mira a figure con meno di 30 anni, mentre il 19% delle imprese si orienta su candidati provenienti da altre aree geografiche, segnalando la necessità di attingere a un bacino di talenti sempre più vario. Questo fenomeno riflette l’importanza di formare giovani qualificati e di valorizzare competenze distintive, così da agevolare l’incontro tra domanda e offerta.
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Gianluca Rini
Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.