Pioggia in Piemonte: record nel 2024, ma è già allarme siccità
Da Gianluca Rini
Gennaio 10, 2025
Il Piemonte ha appena registrato un dato straordinario sul fronte meteorologico, stando alle analisi condivise dagli esperti dell’Arpa. Nel 2024, le precipitazioni hanno raggiunto livelli che superano i record passati, anche se le ultime settimane dell’anno hanno lasciato spazio a una situazione di siccità che inizia a destare preoccupazione. Soprattutto in montagna, la scarsità di neve si ripercuote sulle prospettive idriche dei prossimi mesi, accentuando la necessità di un monitoraggio costante.
La piovosità di un anno da record
I tecnici dell’Arpa hanno confermato che il 2024 risulta l’anno con le piogge più abbondanti degli ultimi decenni. Questo traguardo è stato toccato nonostante le precipitazioni ridottissime di novembre e dicembre, rispettivamente registrati come l’ottavo e il quinto mese più asciutti di sempre. Sommando tutti i millimetri d’acqua caduti nel bacino del Po, si arriva a 1525 mm. Rispetto al record precedente del 1977, superato di sole 6 unità, la differenza è davvero minima.
L’analisi si estende anche al capoluogo regionale, dove è possibile risalire a dati che coprono un arco temporale di due secoli. Dall’incrocio di informazioni storiche della Società Meteorologica Italiana con quelle raccolte dall’Arpa, emerge che il 2024 si colloca al quarto posto nella classifica degli anni più piovosi a Torino. In più, è l’unico periodo del terzo millennio inserito in questa top 10.
Siccità e neve scarsa: allarme per l’inverno
Benché la quantità totale di pioggia abbia toccato livelli elevati nell’arco di buona parte dell’anno, gli ultimi due mesi hanno segnato un ritorno di condizioni aride. I 14.4 mm medi rilevati nel bacino del Po, nel mese di dicembre, corrispondono a un quarto del valore che di solito si osserva in questo periodo. Questo risultato insufficiente, unito alla scarsità di precipitazioni nevose, mette in evidenza segnali di allarme sulla disponibilità d’acqua per la stagione invernale appena iniziata.
Secondo gli specialisti, lo spessore del manto nevoso rilevato sul finire del 2024 risulta inferiore di oltre la metà rispetto ai parametri climatici standard. Le uniche eccezioni, con un deficit meno marcato, si individuano in alcune aree settentrionali del Piemonte e in Val di Susa. L’Anbi conferma che questa riduzione della neve potrebbe ripercuotersi sulla tenuta delle riserve idriche.
Alcuni dati diffusi dall’Arpa mostrano che, a fine 2024, i laghi e gli invasi regolati della regione hanno iniziato a evidenziare valori sotto la soglia abituale del periodo, registrando un -30%. L’accumulo d’acqua nel Lago Maggiore risulta ancora superiore a quanto solitamente registrato in questa stagione (+28%), mentre i bacini gestiti artificialmente si attestano su valori appena più alti dei riferimenti storici (+14%).
La combinazione tra piogge intense concentrate in diversi mesi e la brusca penuria di precipitazioni nell’ultima frazione dell’anno diventa quindi un elemento importante per comprendere le dinamiche future.
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Gianluca Rini
Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.