Questo venerdì Bocephus King al Folkclub di Torino
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 14, 2014
Il FolkClub presenta il nuovissimo monumentale sesto CD Love letter to Nina Simone di Bocephus King. 27 brani, con molte cover dei suoi riferimenti musicali: Neil Young, John Prine, Rev. Gary Davis, Bob Marley, Beach Boys, Townes Van Zandt, Joe Walsh e naturalmente Nina Simone.
L’appuntamento
Ore 21:30 presso il Folkclub, in Via Perrone 3/bis a Torino. Costo del biglietto 20 euro; per chi ha meno di 30 anni il costo è di 10 euro, ma i biglietti messi a disposizione sono al massimo 15. I biglietti ridotti Under 30 per ciascun concerto vengono venduti nella data di svolgimento del concerto, a partire dalle ore 20.40.
Chi è Bocephus King?
La sua musica è entrata a Torino la prima volta nel marzo del 2011 presso il Folkclub ed ha subito riscontrato un vasto successo. È un musicista genuino, un artista vero, profondo, votato all’espressione del bello e del vero nella sua musica. La scorsa estate si è presentato al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, e la magia che crea la sua musica si è ripetuta. Quel concerto è stato letteralmente preso d’assalto dalla folla: indimenticabile per molti.
Bocephus King è uno straordinario e poliedrico songwriter canadese. Si fa conoscere anche sotto lo pseudonimo di Jamie Perry. Questo musicista non è catalogabile in un genere specifico, poiché si muove con fluidità tra diversi generi come il country, blues, soul, vaudeville, swing, burlesque, motown, roots, senza incarnarne veramente uno tra questi. Tuttavia la sua magia si crea proprio quando li armonizza tra loro per dare sfogo alla sua sensibilità di artista originale ed indipendente.
È il suo profondo disprezzo per il “music business” a renderlo lo stesso musicista genuino di sempre, cui non piace essere incasellato in uno specifico genere musicale. La sua musica non è proprio declassabile ad un prodotto appetibile ad un target di mercato, bensì è qualcosa di incorruttibile, apprezzata da una nicchia di appassionati che non hanno la necessità di rilegare i propri confini musicali nelle definizioni.
La discografia
Il suo primo e perduto (è oggi introvabile) disco Joco Music risale al 1996, è tirato in pochissime copie, quante bastano però a imporlo all’attenzione di uno dei sancta sanctorum della musica americana: Austin. Viene così chiamato in Texas dalla New West Records, con la quale pubblica nel ‘98 A small good thing. Numerosi critici, in tutti gli Stati Uniti, lo collocano tra i 10 migliori dischi dell’anno. Il successivo Blue sickness (2000), contiene sonorità più cupe e ottiene un buon successo; così tanto che le recensioni appaiono anche su Billboard e Mojo. È il disco che gli apre le porte dell’Europa, dove è spesso in tour, viene apprezzato più che oltreoceano, e Buscadero gli dedica una copertina. I continui tour e la nascita di una figlia lo tengono lontano dello studio di registrazione fino al 2004, quando esce All Children believe in heaven. Un cd dedicato alla memoria di alcuni eroi di Jamie, come Montgomery Clift, Henry Miller, Jack Kerouac. Il disco rilancia l’attività live di King, ed è definito da Fast Forward “paradisiaco”. Segue un periodo d’inattività, durante il quale Bocephus King è alle prese con alcuni problemi personali, risolti i quali torna on the road nel 2011, in occasione dell’uscita del suo straordinario quinto disco Willie Dixon God Damn!
Bocephus King (voce e chitarra) Wynston Minckler (basso), Max Malavasi (percussioni), Paul Townsend (batteria), Charlie Hase (pedal steel), Ali Razmi (setar, percussioni, cori) e Owen Bryce Connell (tastiere).
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