Pianezzesi famosi: chi era Maria Bricca, eroina di Pianezza
Da Claudio Pasqua
Aprile 02, 2024
La storia è spesso narrata in modo tale che i contribuiti delle donne siano marginalizzate o completamente ignorate, nonostante abbiano svolto ruoli cruciali in numerosi contesti storici.
Un caso emblematico è quello di Maria Bricca, anche nota come Bricassa, che vide la luce a Pianezza il 2 dicembre 1684 e vi concluse la sua vita il 23 dicembre 1733.
Chi era Maria Bricca
Era una cuoca italiana (oggi si direbbe chef) celebrata per il suo ruolo eroico nell’assistere il Ducato di Savoia durante l’assedio di Torino nel 1706.
Maria Chiaberge, che era la figlia di Giuseppe Chiaberge (o Ciaberge) e Francesca Genova, aveva appena superato gli otto anni quando le truppe francesi invasero e depredarono Pianezza nel 1693.
Il 8 febbraio 1705, all’età di ventuno anni, si unì in matrimonio a Valentino Bricco (o Brico), un vedovo di quarantuno anni con già quattro figli. Da quel momento in poi, fu conosciuta come Maria Bricca, adottando il cognome di suo marito.
Poco dopo il matrimonio, Maria rimase incinta, dando alla luce il suo primo figlio, Giuseppe Domenico, il 16 giugno 1706.
L’assedio di Torino del 1706
Il principe Eugenio di Savoia puntava a riconquistare il castello di Pianezza, occupato dalle forze francesi, in un movimento che avrebbe segnato un cruciale vantaggio strategico costringendo il nemico a limitare l’uso delle proprie munizioni.
Venuto a sapere che Maria Bricca, una giovane di ventun’anni che abitava vicino al castello e ne conosceva bene i dintorni, incluso un ingresso segreto, il principe, d’accordo con Vittorio Amedeo II di Savoia, incaricò Leopoldo I di Anhalt-Dessau di guidare un significativo contingente di Granatieri di Brandeburgo e truppe sabaude per assaltare la fortezza.
Durante la notte tra il 5 e il 6 settembre 1706, il gruppo, sotto la guida di Maria Bricca, attraversò il fiume Dora Riparia e, seguendo un percorso segreto attraverso una galleria nota oggi come “di Maria Bricca”, irruppe nel castello tramite una scala a chiocciola in pietra, sorprendendo e sconfiggendo molti dei francesi presenti, catturandone altri e assicurandosi un ingente bottino.
Questa azione permise alle forze austro-piemontesi di attaccare di sorpresa i francesi presso Torino il mattino successivo, causando loro pesanti perdite e costringendoli alla ritirata verso Pinerolo e infine in Francia, culminando nella liberazione di Torino il 7 settembre.
Si potrebbe considerare Maria Bricca come la controparte femminile di Pietro Micca, il celebre eroe che sacrificò la sua vita bloccando l’accesso ai francesi nei tunnel sotto la Cittadella di Torino durante la notte tra il 29 e il 30 agosto 1706.
Nonostante il contributo di Maria Bricca sia stato probabilmente limitato alla fornitura di informazioni sul percorso, queste si rivelarono essenziali per il successo dell’operazione. Le cronache dell’episodio variano: alcune enfatizzano il ruolo diretto di Maria nell’orientare le truppe, altre differiscono nei dettagli. Nonostante ciò, l’importanza della sua partecipazione o di chi fornì queste cruciali informazioni, rimane indiscussa nell’ambito della riuscita strategica dell’assalto al castello.
Il gesto di Maria Bricca è stato più volte rappresentato: a Superga si trova un quadro di Gonin dove l’eroina fa irruzione nel salone, alla testa dei granatieri, mentre brandisce una scure.
Nel 1910 Lydia Quaranta interpreta il film muto “Maria Bricca: l’eroina del Piemonte”, diretto da Edoardo Bencivenga, mentre, nel 2011, è realizzato il cortometraggio “Pianezza 1706 – Maria Bricca”.
Il comune di Pianezza, nel 1906, le ha dedicato un busto, collocato all’ingresso della galleria che porta il suo nome: si tratta di uno dei pochi monumenti pubblici in circolazione dedicati a una donna.
E infine un monumento che ricorda l’impresa, realizzato in marmo dallo scultore Gabriele Garbolino Rù e collocato in una rotonda sulla statale 24 all’ingresso del concentrico di Pianezza.
L’assedio di Torino del 1706 nella storia
Durante la Guerra di Successione Spagnola, nel 1706, Torino fu teatro di un assedio che coinvolse più di 44.000 soldati francesi, che circondarono la fortezza difesa da circa 10.500 militari sabaudo. Le ostilità durarono dal 14 maggio fino al 7 settembre, terminando quando le forze guidate dal Principe Eugenio di Savoia e Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, attraversando la vasta area della pianura Padana, ingaggiarono e sconfissero i francesi, costringendoli a ritirarsi.
Durante l’assedio si ricorda la figura di Pietro Micca, eroe nazionale, nato a Sagliano il 5 marzo 1677. Fu un soldato nell’esercito del Ducato di Savoia. Si distinse per il suo atto di coraggio, che gli costò la vita il 30 agosto 1706, proprio durante l’assedio di Torino da parte delle forze francesi nel 1706, dove serviva come minatore militare.
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Questo assedio, che si protrasse per 117 giorni, ebbe un esito cruciale che portò alla firma del Trattato di Utrecht nel 1713 e di Rastadt l’anno successivo, eventi che consentirono a Vittorio Amedeo II di diventare il primo re della sua dinastia.
La battaglia per Torino, data l’importanza strategica e simbolica della città, una delle rare capitali europee ad essere stata oggetto di un assedio pianificato con rigore scientifico, ottenne un’eco di rilievo internazionale.
Secondo alcuni storici, l’assedio di Torino rappresenta il punto di partenza del Risorgimento, segnando un momento decisivo nella storia italiana.
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Claudio Pasqua
Giornalista scientifico. Direttore ADI - Agenza Digitale Italiana
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