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Bracconieri con carabina calibro 22 fermati in Valsusa: abbattuto un capriolo

Da Redazione TorinoFree.it

Novembre 18, 2013

Bracconieri con carabina calibro 22 fermati in Valsusa: abbattuto un capriolo

Capriolo e carabina sequestrati a Chianocco, ©Provincia di Torino

Ancora una volta ci ritroviamo a parlare di bracconaggio, un costume che affonda le sue radici in tempi molto remoti e che purtroppo ancora oggi viene praticato. Basta pensare al fatto che la pratica venatoria fu considerata per diversi secoli come una vera e propria “arte”. La stessa casa reale di Torino, i Savoia, si recava, insieme ad altre famiglie nobiliari, in alcuni luoghi, come la Palazzina di Caccia di Stupinigi, la Reggia della Venaria Reale e il Castello di Racconigi, per praticare l’arte venatoria.

All’alba di ieri , 17 novembre 2013, durante un sopralluogo antibracconaggio nella Bassa Valsusa, infatti, gli agenti faunistico – ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Provincia di Torino e le guardie venatorie volontarie della Federazione Italiana della Caccia (F.I.D.C.) hanno sorpreso 2 cacciatori di frodo mentre rientravano da una battuta di caccia nei pressi di Chianocco, in provincia di Torino. Quelle montagne, poste sopra l’abitato, sono infatti popolate da numerosi esemplari di fauna selvatica, come cervi, daini e caprioli. Durante l’operazione di controllo è stato purtroppo rinvenuta, nel bagagliaio dell’automobile su cui viaggiavano i bracconieri, la carcassa di un esemplare femmina di capriolo che era stato appena abbattuto. Inoltre i due uomini, uno residente a Chianocco, l’altro ad Alpignano, erano in possesso di un’arma di piccolo calibro, molto precisa e poco rumorosa, il cui utilizzo per la caccia è vietato. Si tratta infatti di una carabina calibro 22, che durante i controlli risultava ancora avere un colpo in canna, dotata di due potenti fari alogeni per abbagliare la preda.

Entrambi i bracconieri, fermati e controllati dagli agenti faunistico – ambientali e dalle guardie venatorie, sono risultati sprovvisti di porto d’armi, requisito essenziale per svolgere la pratica venatoria. Di qui la denuncia all’autorità giudiziaria competente per porto abusivo d’arma da fuoco e caccia con mezzi vietati. Inoltre, dovranno pagare delle sanzioni amministrative derivanti da diverse violazioni alle normative di attività venatoria. L’arma e la carcassa del capriolo sono invece stati sequestrati.

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