I Giardini Reali di Torino: un’oasi di pace nel cuore della città
Da Cristina Taverniti
Marzo 24, 2023
Torino è una città piena di vita, che brulica di energia di giorno e di notte. Possono perciò esserci momenti in cui si avverte forte la necessità di rintanarsi, di trovare un rifugio lontano dal caos cittadino.
In queste situazioni, i Giardini Reali di Torino sono la meta perfetta: aree verdi che offrono riparo dal trambusto dell’area urbana circostante.
Ricchi di storia e altrettanto facoltosi in termini di flora, sono un tuffo nel passato regale cittadino che si coniuga con ampi spazi verdi in cui trascorrere del tempo di qualità a contatto con la natura.
I Giardini Reali di Torino sono molto più di una semplice area verde cittadina, poiché vantano un valore monumentale e ambientale straordinario.
I sette ettari di superficie complessiva dei Giardini sono delimitati dalle antiche mura cittadine a nord e a est, e da Palazzo Reale, Palazzo del Governo e Armeria Reale a sud e ovest.
Tra i settori che compongono i Giardini Reali spicca il Giardino Ducale, con la sua caratteristica fontana a zampilli, il Bastion Verde e l’ottocentesco Boschetto, con l’installazione Pietre Preziose di Giulio Pasolini.
Nel settore più ampio dei Giardini, quello dei Giardini di Levante, si alternano prospettive scenografiche che culminano verso la Fontana dei Tritoni e della Nereide.
Una menzione speciale deve essere riservata a quest’ultima: capolavoro barocco di Simone Martinez, il gruppo scultoreo in marmo bianco raffigura Nereide, una ninfa marina, circondata dai figli di Poseidone, i tritoni.
Restando nei Giardini di Levante, questi sono circondati da alberi quali platani, tigli e ippocastani; ma il fiore all’occhiello della flora dei Giardini Reali di Torino è un raro esemplare di faggio pendulo: risalente alla seconda metà dell’Ottocento, è tra i più maestosi e antichi di tutta la Regione.
Le origini dei Giardini Reali di Torino
Nel 1840, il tipografo ed editore italiano Giuseppe Pomba, descrisse così i Giardini Reali di Torino:
«Dietro il Palazzo, verso la strada di circonvallazione, si stende il R. Giardino sostenuto dagli antichi bastioni. Lo fece nel genere regolare, introdotto da Le Nôtre per i giardini di Luigi XIV, il francese Dupacs o Duparc. È adornato da una grande fontana con Tritoni, da vasi e da statue. Alcune sue parti furono testé racconciate alla moderna. Ciò che in esso havvi di più delizioso è il gran viale accanto alle segreterie.»
La storia dell’oasi verde nel cuore di Torino inizia però molto prima, quando la città fu scelta come capitale del Ducato di Savoia. Era il 1563, e il principe Emanuele Filiberto decise di trasferire la capitale sabauda da Chambéry a Torino.
In quegli anni la città era molto diversa da come la si conosce oggi, anche i confini non coincidevano con quelli dell’attuale capoluogo piemontese.
E infatti, i Giardini, lunghi dall’essere siti nel cuore pulsante di Torino, si trovavano in quella che era l’estrema periferia della neo-capitale del Ducato.
La fonte di ispirazione principale che ha poi modellato il progetto dei Giardini Reali di Torino è costituita dal complesso dei giardini che adornavano le maggiori regge dell’Europa di quel tempo.
Infatti, era già pratica diffusa quella di decorare le residenze nobiliari con giardini molto eleganti, soprattutto sull’esempio delle splendide ville medicee della Toscana.
Entra in scena l’architetto André Le Nôtre (1613-1700), cortigiano e amico di Luigi XIV di Francia, già attivo alla corte di Versailles quando iniziò a lavorare ai Giardini Reali di Torino. Le Nôtre è uno dei principali architetti della stagione barocca, e a lui va il merito di aver formalizzato il giardino alla francese.
Alcuni elementi del “jardin à la française” emergono chiaramente nei Giardini Reali di Torino, in particolare: giochi d’acqua, decorazioni vegetali ricercate, statue e prospettive floreali.
Nei decenni successivi, attraverso l’attuazione dei progetti di Le Nôtre, non soltanto i Giardini vennero notevolmente ampliati, ma si trasformarono in un vero e proprio splendore.
Dal degrado alla rinascita: i Giardini Reali di Torino dall’età napoleonica al 2021
I Giardini Reali di Torino non sono sempre stati un gioiello cittadino, hanno anzi attraversato anni di triste degrado. Tra tutti il periodo napoleonico, i cui frequenti saccheggi e le spoliazioni non hanno risparmiato il complesso naturale.
Una prima fase di ripresa iniziò nel 1805, quando i Giardini Reali ottennero la nomina di Parco Imperiale.
In seguito alla Restaurazione e con il ritorno dei Savoia, fu importante per i Giardini l’intervento di Giuseppe Battista Piacenza.
L’architetto, che aveva precedentemente lavorato al Palazzo Reale, venne incaricato di restaurare svariate decorazioni scultoree. Fu questa l’ultima notevole operazione di restauro che interessò i Giardini. Poiché, quando nell’Ottocento Firenze divenne la nuova capitale, l’importanza attribuita dai Savoia ai Giardini Reali calò significativamente.
Subentra quindi il secondo lungo periodo di degrado dei Giardini Reali di Torino, per decenni quasi del tutto abbandonati.
Nel 2021, grazie alla mobilitazione della Città Metropolitana, i Giardini Reali di Torino riacquistano importanza e vigore, in quanto parte integrante dei Musei Reali di Torino.
Dopo un complesso percorso di restauro durato 5 anni, l’oasi naturale nel cuore della città riapre al pubblico nel massimo del suo sfavillio.
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Cristina Taverniti
Torinese con la passione per la scrittura e per la fotografia. Credo fermamente che ogni giorno ci sia una storia che valga la pena d'essere raccontata e conosciuta. Ho frequentato l'Albe Steiner e l'università degli studi Alma Mater di Bologna, facoltà Tecniche e culture della Moda, ma non smetto mai d'imparare e conoscere cose nuove!
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