Iniziare un Percorso Psicologico per Curare il Proprio Benessere
Da Redazione TorinoFree.it
Marzo 10, 2023
Quando si è malati o si soffre di problemi di salute a livello fisico, è una consuetudine normale e assodata chiedere consiglio a un medico per poter guarire o stare meglio. Perché invece facciamo ancora così fatica a prenderci cura della nostra mente con i supporti adeguati?
Consultare uno psicologo per risolvere malesseri o problematiche, ma anche solo per chiarire alcuni aspetti di sé, è il giusto approccio per affrontare la vita con maggior serenità e lucidità.
Soprattutto, non è il caso di aspettare che ciò che ci turba si ingigantisca al punto da influenzare la nostra qualità di vita: un percorso psicologico ci fornisce uno spazio di ascolto e riflessione tramite cui confrontarsi con un professionista in grado di fornirci gli strumenti per vivere meglio.
Uno psicologo indirizza i propri pazienti verso un percorso di consapevolezza o comunque di miglioramento di sé, senza dispensare lezioni o imposizioni, bensì fornendo loro i giusti strumenti con cui osservare e poi comprendere la realtà. Permette a chi si affida ai suoi consulti non solo di affrontare le difficoltà del presente, ma di possedere i mezzi per gestire il futuro con nuove consapevolezze e prospettive.
Il risultato auspicato del percorso è un raggiunto equilibrio emotivo, tuttavia i pazienti non devono sentirsi obbligati a smettere una volta maturata una nuova serenità: si può invece lavorare su altri aspetti che si ritengono importanti, proseguendo così il percorso.
Non Bisogna Impedirsi di Stare Meglio
Se in un tempo nemmeno troppo lontano la consuetudine che andava per la maggiore era convivere con possibili malesseri, spesso senza nemmeno immaginare che potessero essere alleviati, ora la scelta di servirsi di un consulto psicologico è per fortuna in netto aumento. Basti solo pensare che in Italia negli ultimi 5 anni la percentuale di popolazione che va o è andata da uno psicologo è passata dal 30% al 40%, coinvolgendo anche nuove fasce d’età, specialmente quella adolescenziale.
Tuttavia in alcuni casi permangono delle false credenze, delle paure o dei pregiudizi che bloccano le persone, impedendo loro di trovare l’aiuto di cui avrebbero bisogno. Innanzitutto c’è il timore di esporsi, di raccontare i propri problemi, fortemente influenzato da una società che non è ancora in grado di considerare il benessere mentale come un bisogno e un bene primario, o che considera chiedere aiuto un segno di debolezza.
“Esiste poi il solito scontato pregiudizio sul fatto che solo i matti vadano dallo psicologo – ci ricorda la Dott.sa Rita Graziano, Psicologa a Torino – per cui per alcuni diventa preferibile il perdurare di un malessere piuttosto che chiedere aiuto ad un professionista”. Anche perché spesso sono le persone più vicine – amici o familiari – a pensare e a inculcare queste vecchie credenze.
Al contrario, è invece molto saggio scegliere di prendersi cura della propria salute mentale come lo si farebbe come con quella fisica e, con la giusta consapevolezza, anche i pregiudizi più interiorizzati possono essere superati, riuscendo quindi a intraprendere un percorso psicologico con una nuova serenità.
Ma come si capisce quando è il momento di rivolgersi a uno psicologo?
Le Motivazioni più Frequenti per cui si Consulta uno Psicologo
Non è obbligatorio soffrire di un grave malessere o di una patologia diagnosticata, potrebbe essere sufficiente desiderare il punto di vista di un esperto su dei dubbi che si hanno, o anche solo voler dedicare del tempo a se stessi.
Se si è ancora confusi sull’argomento, qui sotto sono elencate una serie di motivazioni tra le più frequenti.
Un percorso psicologico è sempre d’aiuto quando si affronta un cambiamento: può essere qualcosa di drammatico come una separazione o un lutto, ma anche un nuovo inizio, ad esempio di un lavoro.
Per superare una sensazione di solitudine, oppure un’accesa timidezza che, a lungo andare, rischia di trasformarsi in difficoltà a relazionarsi.
Se ci si considera in un momento positivo della propria vita e si vuole sfruttare il momento per analizzare se stessi, carattere, personalità e rapporto con gli altri.
Oppure, se non si sta esattamente male, ma ci si trova comunque in una situazione di stallo o con un problema che non si è riusciti a risolvere da soli o con il supporto di parenti e amici.
A volte la ragione è effettivamente portata da un malessere, come ansia, attacchi di panico o disturbi depressivi, nonché altre problematiche scatenanti o correlate che vanno allo stesso modo affrontate durante il percorso.
Si può anche riprendere un percorso psicologico interrotto, o cominciarne un altro ex novo, se alcune patologie con cui si conviveva si sono aggravate o sono cambiate nel tempo: prima che influenzino la qualità della vita o la salute fisica, è bene trovare nuovi strumenti.
Si possono affrontare dei propri comportamenti che non piacciono che stanno attivamente arrecando danni a noi o ad altri, come sbalzi d’umore, difficoltà a concertarsi sulla quotidianità, eccessi di stress, ansia o rabbia.
Alla fine, però, per scegliere di compiere un percorso che ci faccia ottenere il benessere mentale, non devono esserci per forza delle motivazioni pregresse: è diritto di tutti stare bene, e non solo a livello fisico.
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