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Festa della donna: la storia dell’8 marzo e i migliori consigli per i regali

Da Cristina Taverniti

Marzo 03, 2023

Festa della donna: la storia dell’8 marzo e i migliori consigli per i regali

Si avvicina la Giornata Internazionale della Donna, celebrata in Italia e i numerosi altri Paesi. L’8 marzo è un giorno durante il quale, da tanti anni ormai, sono aperte discussioni in cui diverse voci si sovrappongono e mettono in primo piano il loro punto di vista su una questione che, oggi più che mai, è considerata urgente.

La condizione delle donne ha fatto grandi passi in avanti rispetto al passato, ma altrettanti ne sono necessari. Per rendersene conto basta guardare al caso dell’Italia e al numero, non certo basso, di lavoratrici che si sono licenziate sia durante, sia dopo la pandemia.

Ogni anno, in occasione dell’8 marzo, ci si interroga non solo sui traguardi da raggiungere da parte delle donne, ma anche sulla storia della ricorrenza. Quando è iniziato tutto? Per trovare la prima celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, bisogna fare un passo indietro di oltre 100 anni, per la precisione al 1914.

Secondo le teorie più accreditate, la scelta fatta a quei tempi sarebbe stata casuale in quanto l’8 marzo cadeva di domenica.

Le cose sono cambiate drasticamente tre anni dopo. L’8 marzo 1917, a San Pietroburgo, le donne scesero in piazza per chiedere a gran voce la fine di quel massacro collettivo che era la Grande Guerra (il primo conflitto mondiale).

Si trattò di uno dei moti popolari che innescarono la Rivoluzione di Febbraio, la prima fase della Rivoluzione Russa (si parla del mese di febbraio in quanto, secondo il calendario giuliano in vigore in quel periodo nel regno degli Zar, l’8 marzo corrispondeva al 23 febbraio).

Dopo la caduta dello Zar, il governo provvisorio che salì al potere sancì un grande passo avanti per la condizione femminile: il diritto di voto. Con la successiva rivoluzione bolscevica, Vladimir Lenin dichiarò ufficialmente l’8 marzo festa della donna.

Regali alternativi alla mimosa

La mimosa è il regalo simbolo della festa della donna. Da quando? Dal 1946, quando venne adottata come fiore simbolo della tenacia femminile da Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, e Teresa Mattei, entrambe in prima linea nella lotta partigiana.

Il significato è bellissimo, ma i fiori gialli non piacciono a tutte. Ecco perché è il caso di passare in rassegna altre alternative. Niente paura, ce ne sono di bellissime! Cosa e soprattutto dove trovare in occasione della festa della donna regali online? Si può prendere in considerazione, per esempio, un bel bracciale. Basta dare un’occhiata ai numerosi e-commerce legati al mondo della gioielleria per trovare modelli adatti a ogni gusto e a ogni tasca

Un trend del momento a dir poco speciale? Il bracciale tennis con ciondolo. Il gioiello di base, entrato a far parte della storia del costume nel 1987 grazie alla tennista Chris Evert, è oggi al centro di numerose rivisitazioni affascinanti.

Quella caratterizzata dalla presenza di un ciondolo, meglio se a forma di cuore, è una delle più gettonate.

Cosa dire, invece, di una bella collana? Se il regalo per la festa della donna è destinato alla propria compagna di vita, si può optare per un ciondolo con pietra a forma di cuore. Un’idea ancora più interessante? Gli orecchini abbinati.

Un doveroso cenno va dedicato anche agli orologi da polso, accessori che hanno il loro perché anche oggi nonostante la presenza pervasiva dello smartphone.

Uscendo un attimo dai regali legati al mondo dei gioielli, ricordiamo la possibilità di focalizzarsi sui trattamenti di bellezza e sulle sedute presso i centri benessere. Non importa che il dono sia per la propria partner, per la sorella, per la mamma o per un’amica: si tratta di una tipologia di regalo che ha sempre il suo perché e che consente di donare non solo un’esperienza di self care, ma anche qualche ora di relax.

 

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Cristina Taverniti

Torinese con la passione per la scrittura e per la fotografia. Credo fermamente che ogni giorno ci sia una storia che valga la pena d'essere raccontata e conosciuta. Ho frequentato l'Albe Steiner e l'università degli studi Alma Mater di Bologna, facoltà Tecniche e culture della Moda, ma non smetto mai d'imparare e conoscere cose nuove!

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