Gli italiani e l’educazione finanziaria: a che punto siamo?
Da Cristina Taverniti
Febbraio 23, 2023
Da una recente indagine promossa dall’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) emerge che l’Italia permane agli ultimi posti delle classifiche europee per alfabetizzazione finanziaria. L’indagine raccoglie informazioni rilevanti sull’alfabetizzazione finanziaria, l’inclusione finanziaria e i dati socio-demografici degli intervistati. Di particolare interesse sono le conoscenze, i comportamenti e gli atteggiamenti finanziari, nonché la consapevolezza e la detenzione di prodotti finanziari.
La cronica mancanza di educazione finanziaria rappresenta un problema per gli abitanti del Belpaese, che appaiono meno pronti di altri a cogliere le opportunità offerte dai mercati finanziari e meno abili nella protezione del proprio patrimonio. Quali sono le cause più plausibili di questa situazione? Da un lato manca un’idea di educazione finanziaria all’interno del percorso scolastico: molti tra gli intervistati non conoscevano anche i concetti più basici della finanza e non avevano alcuna esperienza di acquisto di strumenti finanziari semplici.
In secondo luogo si osserva un atteggiamento piuttosto polarizzato: alcuni risparmiatori, consci di non essere esperti dei mercati finanziari lasciano i propri risparmi in balia dell’inflazione; altri, al contrario, provano a cimentarsi speculando su titoli volatili, senza una chiara percezione del rischio connesso a queste operazioni. In questi scenari, sembra che le emozioni (la paura per i primi, e la ricerca di adrenalina per i secondi) comandi le azioni degli italiani. Certamente è un approccio poco informato e irrazionale.
Apparentemente, sembra che non ci sia una chiara percezione di soluzioni più mediate, come avviene tipicamente nel mondo anglosassone, in cui non è inusuale il ricorso all’aiuto di figure professionali quali i financial advisors. Si tratta di professionisti in grado si supportare le decisioni finanziarie più importanti, offrire assistenza nella creazione di un portafoglio di investimento, pianificare la pensione tramite strumenti di previdenza complementare.
Perché ricorrere ad un consulente finanziario
Per comprendere meglio la situazione abbiamo raccolto la testimonianza del dott. Alberto Tallone, consulente finanziario a Torino: “Laddove manca un’adeguata educazione finanziaria è giusto approcciarsi ai mercati con la dovuta cautela. Nessuno vuole mandare in fumo i risparmi di una vita o una quota importante del proprio patrimonio. È bene comprendere però che lasciare i soldi in banca in balia dell’inflazione non è certo una soluzione. Nell’ultimo anno, a seguito della complessa situazione legata alla guerra in Ucraina, siamo stati testimoni di un brusco calo del potere d’acquisto e di una evidente impennata dei prezzi. È quindi essenziale trovare nuove opportunità per combattere gli effetti dell’inflazione. In questo contesto rivolgersi ad un consulente finanziario è certamente una scelta azzeccata. Disporre dei consigli di un professionista consente di evitare errori grossolani e di investire con il giusto grado di serenità”
Vista la grande quantità di strumenti finanziari disponibili sul mercato è facile sentirsi confusi ed incerti sul da farsi. L’assistenza di un esperto può risultare un fattore chiave per agire in maniera consapevole e per avere un referente affidabile in caso di dubbi. È anche utile sfatare il mito che per rivolgersi ad un consulente finanziario sia necessario disporre di patrimoni milionari o ricchezze sterminate. Quali sono i clienti tipo di un consulente finanziario?
“I miei clienti tipo” aggiunge il dott. Tallone “sono padri di famiglia che vogliono investire per mettere al sicuro il futuro dei propri figli; sono lavoratori all’inizio della carriera che desiderano avviare piani di accumulo di capitale, oppure sono persone che vogliono informazioni sui prodotti legati alla previdenza complementare. Si tratta di esigenze semplici e chiare per cui esiste un’ampia gamma di soluzioni che vanno calibrate in base alle necessità della persona con cui ci si confronta.”
È quindi fondamentale porsi degli obiettivi finanziari ed agire in modo consapevole rispetto ad essi. Un consulente può essere un supporto valido anche per la pianificazione finanziaria, che consiste nel processo che permette di definire degli obiettivi, mettendo a fuoco le reali esigenze presenti e future. In questo modo è certamente più facile affrontare le decisioni più importanti (a titolo di esempio: acquisto di una nuova auto, il mutuo per la casa, l’accantonamento per l’istruzione dei figli, ecc).
Avere una guida nel mondo finanziario permette anche di migliorare le conoscenze del mondo finanziario, affrontando i dubbi e monitorando l’andamento del proprio portafoglio di investimento. Ogni occasione è opportuna per fare domande e richiedere chiarimenti sugli strumenti finanziari su cui ci si appresta ad investire. Un investitore consapevole ha sicuramente più opportunità di raggiungere i proprio obiettivi, e tutelare il patrimonio accumulato nel tempo.
Articolo precedente
Truffe agli anziani: la campagna di sensibilizzazione sui bus cuneesi
Articolo successivo
“Dust”, prima nazionale a Torino: dove, date e info biglietti
Cristina Taverniti
Torinese con la passione per la scrittura e per la fotografia. Credo fermamente che ogni giorno ci sia una storia che valga la pena d'essere raccontata e conosciuta. Ho frequentato l'Albe Steiner e l'università degli studi Alma Mater di Bologna, facoltà Tecniche e culture della Moda, ma non smetto mai d'imparare e conoscere cose nuove!
Articoli correlati
21 dicembre, il giorno più corto dell’anno (no, non è Santa Lucia)
Dicembre 21, 2024