A Palazzo Reale una retrospettiva per raccontare Werner Bischof
Da Redazione TorinoFree.it
Settembre 14, 2013
Dopo il francese Henri Cartier-Bresson (1908-2004)e l’ungherese Robert Capa (1913-1954),approda a Palazzo Reale Werner Bischof (1916-1954), uno tra i più famosi fotoreporter del XX secolo. Di origini svizzere, Bischof, divenne famoso già in giovane età nel campo della moda e della pubblicità con le sue brillanti composizioni di luci ed ombre. L’esperienza della seconda guerra mondiale lo spinse però ad abbandonare la fotografia patinata per dedicarsi alla documentazione della sofferenza umana. Da qua in poi, il suo principio divenne quello di mostrare la realtà in tutte le sue sfaccettature, senza falsificazioni. Riuscì a far trasparire sempre il suo amore per i soggetti che ritraeva e per l’uomo in generale nelle sue fotografie, riuscendo a unire l’aspetto umano e di impegno sociale al suo spiccato senso estetico e al talento nello sfruttare la forza espressiva delle forme elementari.
Dal prossimo 20 settembre al 16 febbraio 2014 la città di Torino ospiterà una retrospettiva dedicata al maestro svizzero che diede un forte impulso all’arte della fotografia, sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello etico. La mostra, organizzata dalla casa editrice d’arte Silvana Editoriale in collaborazione con l’agenzia fotografica Magnum Photos e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, rappresenta l’occasione per far conoscere, a un sempre più vasto pubblico, un’artista della fotografia che, per la profonda empatia con i soggetti ritratti e la repulsione per il sensazionalismo, fu definito dalla critica mondiale “il fotoreporter umanista”. In esposizione vi saranno 105 fotografie in bianco e nero, disposte in un percorso diviso in 7 sezioni che illustrano l’intensa e fulminea carriera del fotografo svizzero: Zurich 1945, Europe after the war 1945-1950, Japan 1951-1952, Korea 1951-1952, Hong Kong/Indochina 1951-1952, India 1951-1952, North/South America 1953-1954. La fotografia più celere di Bischof ritrae un ragazzo peruviano che cammina suonando il flauto sulla strada per Cuzco (Maggio, 1954).
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