Traffic Festival: la discordia, la rivolta contro gli spazi e i prezzi
Da Redazione TorinoFree.it
Settembre 02, 2013
Finito il Traffic Festival, come ogni anno è tempo di bilanci. L’affluenza è fuori discussione, ma è anche tasto dolente per questa edizione pensata per le OGR. Secondo molti partecipanti, spazi mal organizzati, prezzi alti per le bevande e orari poco chiari…
Abbiamo dedicato ampio spazio al Traffic Festival, perchè in fondo ci siamo affezionati, sempre stato un vanto per la città e per chi è appassionato di musica gratuita e festival estivi. Quest’anno all’annuncio della nuova location, le OGR, molti avventori avevano predetto quello che poi puntualmente si è verificato: mancanza di spazio.
La bellezza della cornice è indubbia, una zona industriale riqualificata con eleganza e intelligenza, ma un festival gratuito incastrato tra i vari palchi non risulta facile da gestire e secondo molti, la difficoltà ha iniziato a riversarsi su chi doveva assistere agli show. Poca informazione sugli orari, in alcuni casi la musica spenta a mezzanotte e mezza nel giardino esterno (cosa raramente vista durante gli eventi annuali delle OGR), l’invito a tornare a casa e la questione spinosa della sicurezza, che ha mietuto più vittime delle scorse edizioni. Per non parlare dei prezzi delle bevande, cinque euro per una birra piccola di poca qualità certo non limita il senso di fastidio.
Basta fare un rapido viaggio sulla pagina ufficiale del Traffic su Facebook, per imbattersi in molti commenti, tante volte anche gentili rispetto alla serata rovinata da un’attesa inutile. Non cerchiamo colpevoli illustri, quantomeno un capro espiatorio, ma ad un evento di tale portata sono sempre accorse migliaia di persone e il problema spazio e soprattutto quello della sicurezza dovevano diventare priorità per evitare le due, tre ore di coda a chi magari non riusciva ad arrivare per le 18.30 e alla fine, causa scarsa capienza, nemmeno ad entrare.
Il successo della musica, perchè di questo si parla quando si propongono festival musicali, certo c’è e non va dimenticato, se vogliamo possiamo anche evitare di riportare alla luce l’annoso problema degli ospiti scelti e la diffusione sempre più capillare della volontà da parte della gente di pagare, pur di assistere a show con una line up davvero da togliere il fiato (ricordiamo che il Traffic ne ha avute, di line up così).
E’ vero, ce lo invidiavano tutti, il festival gratuito più seguito dell’estate, ma ora sinceramente, forse è il caso di ripensare a cosa si sacrifica ogni anno, per un pubblico affezionato come quello del Traffic, ci vuole una svolta.
Sono anche convinta che una bella piattaforma di crowd funding potrebbe risollevare la situazione e non vincolare interamente l’evento ai privati (che sono importantissimi, ma non fondamentali). Sono certa che le donazioni sarebbero ingenti, ma bisogna dimenticare l’orgoglio che spesso mettiamo prima di tutto, come se il difetto e il fallimento fossero sentiti più dell’impossibilità. Che non conosce colpe.
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