I Piemontesi chiudono il portafoglio: Natale a rischio e le attività chiudono – dati Confesercenti
Da Federica Felice
Ottobre 25, 2022
La pressione del caro energia è sempre più stringente. Secondo l’ultimo sondaggio svolto da Confesercenti Torino, con SWG S.p.a (Osservatorio Italian Tech), oltre il 68% dei piemontesi chiuderà il portafoglio e ridurrà le spese al minimo. Anche quelle necessarie. Si parla di circa 400 milioni di euro di spesa in meno da qui a Natale. La conseguenza rimbalza anche sui negozi: chiusura di circa l’1,4% di attività commerciali rispetto al 2021, solo a Torino.
Il sondaggio di Confesercenti sulla spesa dei torinesi: la situazione è allarmante
Il sondaggio svolto da Confesercenti in collaborazione con Swg, ha preso a campione un range di consumatori fra i 18 ed i 65 anni dei cittadini piemontesi.
I risultati hanno portato ad un drastico calo delle uscite dai portafogli, per un totale di circa 400 milioni di euro fino al termine di questo 2022; difatti, il 68% dei consumatori taglierà qualsiasi spesa superflua e acquisto non necessario. Le cause riconducono sempre al caro energia, specialmente alla bolletta gonfiata e spropositata, oltre ad un incontrollato e generale aumento di prezzi sui prodotti e articoli.
Ad unirsi a queste condizioni economiche sfavorevoli, c’è anche il fardello delle attività lavorative e pensionistiche. Già, perché molti lavorano in condizioni precarie ed instabili, nell’incertezza di un contratto indeterminato o del proseguo della ditta dove stanno.
Già solo per la spesa natalizia, la decisione è presa, tagli drastici e netti:
- circa il 50% ha deciso di non fare regali, mentre il 24% li ridurrà di oltre il 30%. Soltanto il 25% abbassa le uscite fra un 10 ed un 30%;
- Meno vacanze: circa il 70% delle famiglie che prima partivano per il Natale, quest’anno stanno a casa. E chi parte, abbassa le uscite: si stima circa una diminuzione di 200 euro di spesa in meno rispetto al 2019. Un 10% cercherà comunque di partire ed il 21% ancora non lo sa;
- un 36% cercherà di mantenere lo stesso budget di sempre per la spesa economica domestica;
- circa un 5% prevede, invece, di aumentare le spese.
A pagarne le conseguenze sono anche i commercianti: bar, ristoranti e negozi chiudono
Ma non si tratta solo di risparmi in famiglia. È l’economia che si ferma. Se le persone perdono il loro potere di acquisto e non fanno girare i soldi, la catena si rompe.
E, a pagarne le conseguenze, sono specialmente le piccole attività commerciali private. Dai bar, ristoranti, ai negozi di abbigliamento e alimentari, fiorai, edicole e così via. Con l’aggravante della disoccupazione.
Solo nella città di Torino si sono viste sparire 303 attività commerciali dall’anno scorso. Se si calcolano anche quelli in provincia, il numero sale a 525.
Dalla Camera di Commercio di Torino, si evince che le chiusure delle attività commerciali battono le aperture, in tutti i settori. Questo ha portato già a più di 800 disoccupati a Torino, 1500 includendo la provincia.
Il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri, ha affermato:
“Abbiamo voluto interpellare i consumatori per verificare i dati che il nostro ufficio studi aveva elaborato nei giorni scorsi e la conferma delle difficoltà è arrivata senza ombra di dubbio: famiglie e imprese sono sempre più in affanno e non sarà certo un week end positivo (come il prossimo, in occasione di Ognissanti) a invertire una tendenza purtroppo ormai consolidata. Quanto al commercio, i numeri della natimortalità delle imprese sono peggiori di quelli registrati durante la pandemia: allora si resisteva e si aspettava che finisse, oggi per molte imprese le risorse per resistere sono finite”.
E, inoltre, sulla situazione caro energia, aggiunge:
“Nonostante il consistente ribasso di questi giorni dei prezzi del gas sul mercato internazionale, secondo le nostre previsioni il caro bollette continuerà per tutto il 2022, e solo dopo il primo trimestre del 2023 si registreranno le prime riduzioni delle tariffe. Un quadro negativo per le prossime feste, un periodo fondamentale per la tenuta dei consumi e quindi dei fatturati delle attività economiche. Bisogna intervenire urgentemente: al nuovo governo chiediamo di mettere tra le priorità il prolungamento ed il rafforzamento dei sostegni fino a quando il calo dei prezzi degli energetici non beneficerà famiglie e imprese. Ma anche di pensare a una detassazione straordinaria delle tredicesime: un intervento che darebbe impulso a consumi e fiducia”.
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Federica Felice
Formata come Interior&Garden Designer, ho frequentato un corso di giornalismo che mi ha permesso di prestare servizi come copywriter e ghostwriter. Sono curiosa di natura e, tra i diversi interessi, ho la passione per la fotografia e i libri/film gialli.
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