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Elisabetta Benassi: Voglio fare subito una mostra

Da Redazione TorinoFree.it

Agosto 07, 2013

Elisabetta Benassi: Voglio fare subito una mostra

mostra elisabetta benassi torinoFino all’ 8 settembre 2013 la Fondazione Mario Merz ospiterà Voglio fare subito una mostra di Elisabetta Benassi, l’artista romana che sarà presente, tra l’altro, a Vice/Versa, il progetto espositivo del Padiglione Italiano della prossima Biennale 55th International Art Exhibition di Venezia.

L’operato di Elisabetta Benassi scruta uno spazio difficile: il nostro presente. L’artista indaga puntigliosamente sul rapporto tra ieri e l’oggi. Sullo sfondo dei suoi lavori appare sempre una domanda sulla condizione e l’identità attuali, sui loro nessi col passato storico, e una spinta a riconsideralo, guardandolo in controluce. Ricostruire una leggibilità del reale e ampliare il campo della coscienza diventano così le operazioni fondamentali del suo lavoro.

Secondo il modus operandi dell’artista ogni oggetto conserva in sé le tracce dei suoi momenti di vita e dei legami con altri oggetti, spazi e persone; ogni elemento ha in sé la giustificazione della propria esistenza e può creare una serie infinita di relazioni con il mondo esterno. La mostra, realizzata seguendo la tradizionale consuetudine di dialogo tra opere di artisti ospiti con quelle di Mario Merz, rappresenta la sintesi di una ricerca che Benassi porta avanti da molti anni. Ogni lavoro di Mario Merz è stato indagato con passione e curiosità; In esposizione alcuni lavori dell’artista Povero realizzati tra gli anni Sessanta e Settanta e sei installazioni della Benassi appositamente realizzate per il progetto, tra le quali emerge l’opera MareoMerz, perno dell’intera rassegna espositiva. Si tratta di un’installazione costituita da un importante oggetto di uso quotidiano appartenuto a Mario Merz, la sua ultima automobile: Elisabetta Benassi ne celebra la riapparizione “ripescandola”, letteralmente, dal passato e impigliandola in una rete da pesca cosicchè l’oggetto diventi l’anello di un racconto umano che si lega, per circostanze insolite, alla storia collettiva. L’installazione potrebbe essere definita come una vera e propria rappresentazione di energia, quell’energia cara a Mario Merz, energia nella processualità del fare, energia intrinseca alle cose. Per Merz infatti, come lui stesso affermava, gli oggetti sono molto più che semplici oggetti: «I vetri rotti sono i violinisti, le lance sono l’organo, le fascine hanno un suono meraviglioso. Che vuoi di più. Certo bisogna credere che le strade e le case siano piene di gente». L’arte, dunque, non opera più sull’oggettiva constatazione della realtà ma lavora piuttosto sul piano scosceso del suo rapporto con la vita.

Fondazione Mario Merz, via Limone 24, 10141 Torino. Martedì-domenica 11-19. Aperta ad agosto.

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