Doppio cognome: a Torino solo una famiglia su 10 decide di utilizzarlo
Da Bruno Santini
Agosto 23, 2022
La rivoluzione storica del doppio cognome, sancito da una sentenza della Corte Costituzionale che riteneva come “discriminatorio e lesivo” l’utilizzo tradizionale e automatico del solo cognome paterno, ha generato non poche polemiche in Italia: nella maggior parte dei casi, soprattutto per incomprensione, in molti hanno pensato che questa sentenza limitasse la possibilità di proseguire con la tradizione, qualora lo si volesse. Guardando ai dati delle nuove nascite, registrate a Torino a due mesi dalla storica tendenza, ci si rende conto che non molto è cambiato: soltanto una famiglia su 10, infatti, ha deciso di servirsi del doppio cognome.
I dati dell’Anagrafe a Torino a proposito della scelta del doppio cognome
Secondo la storica sentenza della Corte Costituzionale, relativamente alla scelta del doppio cognome, le famiglie che registrano una nuova nascita hanno tre possibili scelte: utilizzare il cognome del padre (come da tradizione), servirsi del solo cognome della madre o affidare – al neonato – il doppio cognome. Guardando ai dati che sono stati diffusi dall’Anagrafe di Torino, nel 90% dei casi le nuove famiglie hanno deciso di proseguire sulla scia della tradizione, lasciando che il figlio assumesse il solo cognome paterno.
In particolar modo, nei due mesi successivi alla sentenza della Corte Costituzionale, sono state 1049 le nascite registrate a Torino dall’Anagrafe, e solo 102 i doppi cognomi affidati ai neonati. Inoltre, soltanto una famiglia su 1000 ha scelto di affidare al neonato il solo cognome della madre. Una decisione che ha lasciato interdetti gli assessori, che hanno commentato la scelta delle famiglie torinesi.
Il commento dell’assessore di Torino Francesco Tresso
Per quanto la scelta delle famiglie torinesi sia del tutto libera e legittima, i dati (che vedono il 90% delle persone proseguire con l’assegnazione tradizionale) hanno lasciato interdetti in molti, soprattutto l‘assessore di Torino Francesco Tresso, che ha commentato la vicenda.
Queste le sue parole: «I torinesi di solito sono più progressisti. Il fatto che solo una coppia su mille abbia deciso di dare il cognome materno al proprio figlio dimostra che c’è ancora un tradizionalismo da vincere. Forse questa nuova possibilità sarà sfruttata in massa dalle nuove generazioni: dalle mamme e dai papà di domani. I giovani, sul cui progressismo ho meno dubbi, sapranno sfruttare sicuramente la portata storica di questa sentenza, inedita per il nostro Paese». Dunque, l’assessore non sembra essere pessimista, confidando soprattutto nei giovani e nella futura rottura con il legame con la tradizione.
Bruno Santini
Bruno Santini, 21 anni di Aversa (CE). Studente di marketing e scienze della comunicazione presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, già copywriter e articolista presso Wolf Agency di Moncalieri (TO) . Amante di attualità, cinema e musica, oltre che di ogni componente culturale insita in ogni paese.
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