Torino, la Biblioteca Reale
Da Redazione TorinoFree.it
Luglio 11, 2013
Passeggiando sotto i portici di Piazza Castello sarà capitato a migliaia di torinesi e turisti di passare davanti all’ingresso della Biblioteca Reale senza però prestarvi troppa attenzione.
Solo negli ultimi anni, grazie anche alle mostre organizzate nella Sala Leonardo, il pubblico ha avuto modo di conoscere meglio questo luogo d’incanto, apprezzandone il patrimonio artistico e letterario, prima d’allora noto soprattutto a ricercatori e bibliofili.
La sala di consultazione, splendido esempio d’architettura ottocentesca, affascina fin dall’inizio il visitatore e lo introduce alle preziosi collezioni sabaude: manoscritti, codici miniati, incunaboli e cinquecentine, carte geografiche e un fondo di duemila disegni di grandi maestri italiani e stranieri, fra i quali figurano Michelangelo, Raffaello, Tiepolo e Rembrandt. Una menzione a parte meritano alcune opere di Leonardo da Vinci come il celebre ”Codice sul volo degli uccelli”, ”L’ Autoritratto” e lo ”Studio per il volto dell’angelo per la vergine delle Rocce”, definito dal critico Berenson ”il più bel disegno del mondo”. Oltre ad ospitare questo eccezionale patrimonio artistico, la Biblioteca possiede anche una delle più importanti raccolte di manoscritti relativi all’arte e all’architettura militare, testimonianza dell’interesse che i Savoia nutrivano per questo argomento fin dai tempi di Emanuele Filiberto e che contribuì a far diventare lo stato sabaudo, fra sei e settecento, uno dei paesi europei più aggiornati sulle tecniche militari.
Il nucleo più antico della Biblioteca si deve ad Amedeo VIII, primo duca di Savoia (XV secolo), collezionista e committente raffinato di libri d’ore, che aveva ereditato dal nonno, il duca di Berry, la passione per i manoscritti e i codici miniati. Si trattava di una raccolta d’opere preziose, rare e curiose, da collezionare e mostrare ad un’elite di amatori in grado di condividere con il sovrano illuminato il piacere per l’arte e la sete di conoscenza. Dopo il trasferimento della capitale sabauda da Chambery a Torino nel 1563, Carlo Emanuele I nel 1605 incarica l’architetto Ascanio Vitozzi di progettare una Galleria, lunga 165 metri, in grado di collegare Palazzo Madama a Palazzo reale. La Galleria, decorata da Federico Zuccaro, diventa uno dei più importanti scrigni del XVII secolo, ua camera delle meraviglie dove accanto agli antichi volumi rilegati sono esposte sculture, incisioni, medaglie e disegni, secondo il gusto eclettico dell’epoca. In questo luogo principesco trovano ospitalità anche i numerosi quadri, specialmente di pittori fiamminghi, collezionati dai duchi di Savoia fin dal 1539, che costituiscono il nucleo originario della Galleria Sabauda.
Per circa due secoli la Biblioteca rimane quindi un luogo esclusivo, accessibile solo a pochi privilegiati. Eliminata l’antica Galleria durante la dominazione napoleonica, la raccolta libraria trova sede al primo piano di Palazzo Reale. Qui il re Carlo Alberto, impegnato nell’allestimento dell’Armeria, riunisce la sua collezione privata, insieme a tutte le opere recuperate nelle diverse residenze sabaude in Italia e oltralpe, e progetta uno spazio aperto alla cerchia d’intellettuali riuniti a corte.
Alcuni anni dopo, nel 1837, l’architetto bolognese Pelagio Palagi riceve l’incarico di ristrutturare il locale posto al pianterreno della manica di levante del Palazzo Reale, per farne la nuova sede della libreria, che ormai conta più di tremila opere. Nel 1839 il re acquista da Giovanni Volpato, un mercante antiquario di Chieri, un’importante raccolta di 1585 disegni firmati da grandi maestri italiani e stranieri, regalando fama e prestigio alla Biblioteca. Nel 1841, ultimati i lavori, la sala di consultazione viene inaugurata ufficialmente e nel 1898, grazie all’iniziativa del Direttore Domenico Carutti di Cantogno, per la prima volta i tesori di casa Savoia sono esposti al pubblico. Dopo il passaggio dalla monarchia alla repubblica la Biblioteca viene affidata, nel 1948, alla Direzione dei beni demaniali; come sezione distaccata della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino ospita quindi temporaneamente la Soprintendenza bibliografica per il Piemonte e, nel 1973, diventa istituto autonomo venendo inserita tra le Biblioteche pubbliche dello Stato. Nel 1998 vengono aperti il nuovo ingresso su Piazza Castello e la Sala Leonardo per le esposizioni temporanee che, negli ultimi anni, ha ospitato importanti mostre e accolto numerosi visitatori. Oggi la Biblioteca dipende dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Info Point
Piazza Castello 191- 10122 Torino
tel. 011.54385 – Email [email protected]
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