Lavoratrice sospesa perché troppo tempo in bagno: arriva la risposta di Amazon
Da Bruno Santini
Aprile 27, 2022
Ha destato particolare scalpore la notizia secondo la quale una lavoratrice di Amazon, a Torino, sarebbe stata sospeso per aver trascorso troppo tempo in bagno durante il suo turno di lavoro. La notizia ha prontamente fatto il giro delle testate giornalistiche e dei siti di informazione, dato soprattutto l’attacco dei sindacati di Torino che hanno monitorato la situazione e polemizzato contro la nota multinazionale nel settore di e-commerce; a distanza di qualche giorno dall’accaduto, è arrivata la risposta ufficiale di Amazon, che ha invece spiegato secondo il punto di vista dell’azienda.
L’attacco dei sindacati e la sospensione per un giorno di una lavoratrice di Amazon
Un’operatrice di Amazon, durante il suo orario di lavoro notturno, avrebbe sostato troppo a lungo in bagno, con una pausa di più di 20 minuti, e per questo motivo sarebbe stata sanzionata con un giorno di sospensione del servizio lavorativo. Questa è, in soldoni, la notizia rimbalzata su tutti i quotidiani e le testate di attualità; i sindacati di Torino, tra cui Cgil e l’Ispettorato del Lavoro, hanno denunciato la realtà dei fatti in una nota.
In particolar modo, Cgil ha spiegato quanto segue: «I lavoratori Amazon sono cronometrati per andare in bagno e vengono puniti con sanzioni disciplinari se i tempi non sono conformi all’Algoritmo. L’azienda le ha contestato di avere sospeso per venti minuti il lavoro all’1,15 di notte, abbandonando la postazione di lavoro per più di venti minuti. Abbiamo incontrato l’azienda in call, ma alla lavoratrice è stata comminata una sanzione con un giorno di sospensione»
E ancora, Luca Iacomino della Filt Cgil ha spiegato: «Siamo determinati ad andare avanti nella difesa dei diritti e nel far riconoscere ai lavoratori la corretta applicazione delle norme sul lavoro, del contratto nazionale di lavoro e sulla sicurezza negli ambienti di lavoro con la massima attenzione ai ritmi e carichi di lavoro. Condanniamo ogni strumentalizzazione e discriminazione nei confronti dei lavoratori diretti e indiretti»
La risposta di Amazon agli attacchi dei sindacati di Torino
Non si è fatta attendere troppo la risposta di Amazon, che ha negato quanto spiegato da Luca Iacomino e dalla nota della Cgil di Torino. Questa la risposta della nota multinazionale: «Quanto riportato dalla Cgil non corrisponde al vero. Non monitoriamo le pause e non cronometriamo i nostri dipendenti. Gli operatori di magazzino possono usare il bagno ogni qualvolta ne sentano la necessità e senza essere controllati. La sicurezza sul luogo di lavoro è una delle nostre prerogative, per questo motivo chiediamo a tutti i lavoratori di informare il proprio responsabile in caso di assenza dalla postazione di lavoro, nel pieno rispetto delle direttive del contratto nazionale di lavoro. In questo sito impieghiamo oltre 1.500 lavoratori e, per motivi di sicurezza, è essenziale che le persone seguano queste procedure. Non farlo potrebbe avere conseguenze significative, soprattutto in caso di emergenza o evacuazione».
Intanto, l’Ispettorato del lavoro ha annullato la sanzione per la donna che lavora in Amazon, non ritenendo necessario un giorno di sospensione per l’accaduto.
Bruno Santini
Bruno Santini, 21 anni di Aversa (CE). Studente di marketing e scienze della comunicazione presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, già copywriter e articolista presso Wolf Agency di Moncalieri (TO) . Amante di attualità, cinema e musica, oltre che di ogni componente culturale insita in ogni paese.
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